Operetta » LA PRINCIPESSA CZARDAS

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Musiche di Emmerich Kálmán
Libretto di Leo Stein e Béla Jenbach

Compagnia di Operette Alfafolies
Coro “Carmine Casciano”
Balletto Alfaballett
Scene e Costumi della Compagnia
Regia di Augusto Grilli

Una festa d’addio al cabaret Orpheum di Budapest per la celebre cantante Sylva Varescu prima della sua partenza per l’America. Il fatto turba assai Edvino Lippert-Weylersheim che ama riamato la diva. Un ordine giunge dal Principe di Lippert-Weylersheim: determinato a troncare il rapporto di suo figlio Edvino con la canzonettista e lo fa richiamare a Vienna. Edvino ubbidirŕ ma prima firmerŕ un contratto che lo impegna a sposare Sylva entro otto settimane. Boni rivela a Sylva, che Edvino sta per fidanzarsi con la principessa Stasi, sua cugina. Al secondo atto siamo a Vienna , presso i Lippert-Weylersheim. Sono passate diverse settimane. E’ in corso un altro festeggiamento: il fidanzamento di Edvino e Stasi ma giunge a Palazzo Boni, con Sylva che fa passare per sua consorte. Qualcuno la riconosce come la famosa Principessa della Czardas, ma lei nega. Edvino la riconosce e si entusiasma al pensiero che sia una contessa, quindi chiede a Boni di divorziare da Sylva che invece si ribella poiché prima si sarebbe vergognato a sposarla come semplice canzonettista. Capita durante la festa Feri von Kerekes, viveur e cliente dell’Orpheum. Si intrattiene col Principe e rivela che anche Annilte, la mamma di Edvino era una cantante di Cabaret. Ora Edvino puň impalmare Sylvia e per Stasi, č pronto ad accoglierla il cuore di Boni.
Kálmán credeva alla musica, alla vivezza della melodia calzante che crepita, vola e va via. Il finale del primo atto č costruito con un sottile e variatissimo gusto armonico. C’č nella sua musica una ricerca squisita di timbri: l’uso del cembalo ungherese crea sonoritŕ diafane e scintillanti. Lo spettacolo debutto al Johann Strauss Theater, che si contrapponeva al Theater An der Wien che aveva visto la prima de “Il flauto magico” e del “Fidelio” e dal 1905 era il regno di Lehár. La musica di Kálmán č viva e ricca, indugia, s’abbandona e scatta. Questo spettacolo segnň il trionfo di Kálmán.

Repliche in tutta europa e giudizio del pubblico entusiasmante. Nella storia dell’operetta questo lavoro si pone, nelle “silver age” solo al di sotto della fortunatissima “Vedova” Leháriana e giunge a rinsaldare il filone magiaro che da Strauss a Jarno a Lehár aveva trovato uno spazio particolare basato sul folklore e solide radici musicali. La costante del suo lavoro, come il contemporaneo Puccini nel Melodramma, da allora in poi sarŕ la donna come protagonista assoluta.
Il tenore non ha neppure un’aria come solista, mentre al soprano viene riservato un brano d’entrata di forte intensitŕ drammatica. Rigogliosi di musica i finali d’atto e pieni di slancio i valzer e le marce. In terra ungherese questa operetta č a tutt’oggi la piů eseguita di tutti i tempi.
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