Prosa » LA MANDRAGOLA

Commedia di Niccolò Machiavelli

Compagnia Alfaprosa
Scene e Costumi della Compagnia
Regia di Augusto Grilli

Il giovane e ricco Callimaco arriva a Firenze attirato dalla fama della bellezza di Lucrezia, sposa fedele di Nicia, uomo più vecchio di lei, sciocco e pieno di sé. Per sedurre Lucrezia gli viene in aiuto Ligurio, un astuto perdigiorno e profittatore che sfrutta la buonafede del credulone Messer Nicia e la sua voglia di avere un erede. Callimaco, fingendosi dottore, detta la cura da seguire: Lucrezia dovrà bere una pozione di erba mandragola che la guarirà. Tale semplice rimedio ha però una crudele controindicazione: il primo uomo che giacerà con la donna andrà incontro a morte certa. Ligurio e Callimaco suggeriscono a Messer Nicia di far giacere la moglie con uno sconosciuto. Dopo molte resistenze e con l’aiuto di Sostrata, madre della sposa, e del corrotto frate Timoteo, Messer Nicia e Lucrezia vengono convinti. Tutta la notte Lucrezia giace con Callimaco travestito, che al mattino le svela l’inganno e il suo grande amore, promettendole di sposarla. Lucrezia, donna profondamente religiosa, notata la differenza fra il giacere col marito e un giovane forte e coraggioso, vuole credere che l’accaduto derivi dalla volontà celeste e acconsente alla proposta. Callimaco diventa compare di Messer Nicia, su consiglio di Lucrezia, e ciascuno ottiene quello che maggiormente desidera.

Per la prima volta sulla scena non troviamo personaggi da commedia (pensiamo a quelli della tradizione classica di Terenzio, Plauto o Aristofane), ma personaggi tratti dalla realtà quotidiana, portatori sostanzialmente di una nuova morale e di un nuovo modo di intendere la vita fondato sulla realtà dell’esperienza. Ma tutto ciò avviene lasciando intatto il sistema delle convenzioni sociali secondo le leggi della commedia. Le quali a loro volta recuperano qui, applicandola all’angusta sfera della morale privata, la più “scandalosa” delle leggi politiche machiavelliane, quella della simulazione.
Pur trattandosi di una commedia quest'opera sembra pervasa da una profonda amarezza, per la constatazione del male che domina il mondo e che riesce vittorioso, in quanto il conseguimento dell'utile e il soddisfacimento delle passioni sono gli interessi che prevalgono su ogni altro elemento. Ad una più attenta lettura, è possibile leggere, al di là dell’apparente frivolezza della commedia, la pessima concezione che Machiavelli ha dell’essere umano, che considera egoista per natura e immutabile di carattere. Altrettanto amara è la concezione della fortuna, intesa come la mutevolezza del caso superiore a tutti, anche all'uomo; dalla sua parte l'uomo, però, ha la virtù, che consiste nella capacità di adattarsi alle circostanze imposte dalla fortuna.
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